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Cividale Longobarda: Storia della candidatura

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Cividale del Friuli (UD)

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Una candidatura innovativa

Nel 1996 Cividale del Friuli propose al Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC) la candidatura al Patrimonio dell’Umanità del “Tempietto Longobardo”. La richiesta rimase in stand-by.
Nel 2003 l’Amministrazione Comunale di Cividale rivalutò il progetto di candidatura.
Dopo altri due anni, i primi contatti avviati tra le città “Iongobarde” di Cividale e di Brescia suggerirono la iniziale prospettiva di dar vita a un inedito sistema turistico integrato a “rete” (“Corridoio geoculturale”) per unire i luoghi di matrice longobarda dalla Scandinavia al Mar Jonio e creare, in chiave culturale e turistico-economica, una “Regione virtuale europea”.
Dopo ulteriori approfondimenti di concerto con le Soprintendenze regionali e con il supporto di un apposito Comitato inter-istituzionale l’Amministrazione Comunale di Cividale, quale capofila nazionale, presentò al MiBAC la proposta di candidatura riguardante i siti più significativi della Langobardia Maior (Cividale, Brescia e Castelseprio- Gornate Olona). La proposta fu accolta e inserita nella rinnovata “Tentative List” assieme a una quarantina di altri siti aspiranti. A metà del 2006 lo stesso Ministero prese la decisione di dare priorità alla candidatura “seriale” longobarda: una risposta innovativa all’UNESCO che proprio allora stava elaborando le nuove regole di ammissione per i beni “seriali”.
Negli ultimi mesi del 2007, su istanza del MiBAC, la “serie” venne infine ampliata a 4 luoghi dell’Italia centro-meridionale (Spoleto, Campello sul Clitunno, Benevento, Monte Sant’Angelo): un intenso lavoro concluso nel gennaio 2008 con il deposito della candidatura ufficiale all’UNESCO di Parigi.
Si trattò – e tuttora si tratta – della candidatura più complessa e innovativa mai presentata nella storia dell’UNESCO, articolata in due documenti-base: Dossier Scientifico e Piano di Gestione. Quest’ultimo ha la natura di strumento di programmazione strategica, reso obbligatorio dall’UNESCO e recepito nella normativa italiana nel 2006 con la Legge n. 77. Il PdG comprende 5 sotto-Piani: Conoscenza; Protezione e Conservazione; Valorizzazione; Sensibilizzazione e Promozione; Sviluppo Socio-Economico: quest’ultimo è il vero aspetto innovativo, concepito in ottica di sistema per promuovere lo sviluppo socio-economico dei singoli Territori, rilanciandone le migliori qualità. E per dare avvio alla costruzione di un Grande Itinerario Europeo (il “Corridoio geoculturale”): una ulteriore e stimolante prospettiva di sviluppo culturale e turistico-economico.

La candidatura del 2010

Su proposta esclusiva dei Governi nazionali aderenti, ogni anno l’UNESCO accetta, per ciascun Paese, una sola candidatura di carattere artistico-monumentale e una naturalistica per le quali si propone l’iscrizione nella World Heritage List (WHL). Un elenco di massimo prestigio che oggi è ormai prossimo all’obiettivo massimo che l’UNESCO sta identificando in “quota1000”: soltanto mille siti riconosciuti in tutto il mondo quali Patrimonio dell’Umanità.
Nel gennaio 2008 l’Italia presentò la candidatura “Italia Langobardorum - Centri di potere e di culto / 568-774 d.C.”. Una candidatura tecnicamente definita “seriale” (o “a rete”). Nella proposta, infatti, erano (e sono) associati a Cividale, capofila nazionale, altri luoghi ove si conservano beni artistico-monumentali “unici e eccezionali” della civiltà longobarda: Brescia, Castelseprio e Gornate Olona (Varese), Spoleto, Campello sul Clitunno (Perugia), Benevento, Monte Sant’Angelo (Foggia).
Nel corso del 2009 la candidatura è stata esaminata dall’ICOMOS, ente ispettivo incaricato dall’UNESCO, che – apprezzando la scelta di porre in luce le eccellenze della civiltà longobarda – ha formulato suggerimenti migliorativi della documentazione scientifica e della perimetrazione di alcune aree tutelabili (Brescia, Spoleto, Campello e Benevento).
L’invito è stato accolto dai proponenti e arricchito con approfondimenti del Dossier scientifico, in particolare per quanto riguarda la storiografia europea e la miglior definizione dei criteri di selezione della “serie” di beni candidati.
È utile ricordare che nessuna osservazione è stata formulata sulla struttura della candidatura relativa a Cividale del Friuli che, quindi, risulta perfetta secondo i parametri dell’UNESCO.
Lo scorso gennaio il Governo italiano, confermando il livello assoluto della candidatura, l’ha riproposta all’Ufficio del Patrimonio Mondiale di Parigi con il nuovo titolo: “I Longobardi in Italia. Centri del potere (568-774 d.C.)”, mantenendo come “logo” la intestazione “Italia Langobardorum”.
Documentazione ufficiale depositata a mani dell’allora Sindaco di Cividale, Attilio Vuga, quale primo proponente. Accanto al Dossier è stato sottoposto all’UNESCO l’aggiornamento del Piano di Gestione (PdG).