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The Monastery of Santa Maria in Valle

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Via Monastero Maggiore, 34 - Cividale del Friuli (UD)
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Description
Ever since 830 this complex was continuously enlarged and renewed, with remarkable interventions between the 14th and 15th as well as in the 17th century, thus being today the best preserved monumental complex.

In 2001 the municipality purchased it starting a value-increasing programme related to UNESCO candidature and providing a network system between the Longobard Temple (which is a integral part of the complex), the city and the monastery itself by building up a brand new Cultural Centre.

Further information
Phone: +39 0432 700867
Ticket office tel: +39 0432 700867
Booking info tel: +39 0432 710460
E-mail: info@tempiettolongobardo.it
Web: www.tempiettolongobardo.it
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The Longobard Temple (the oratory of Santa Maria in Valle)

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Via Monastero Maggiore, 34 - Cividale del Friuli (UD)
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Description
The Longobard Temple is located within the Monstery of Santa Maria in Valle and originates from the middle of the 8th century.
It is a religious building, probably a chapel or oratory which made up part of the Benedictine nuns convent founded by the Longobards.
At the end of the 19th century, the nuns donated the temple to the Community of Cividale at which point they built the hanging walkway on the Natisone, that still leads to the Piazza San Biagio, at the entrance of the building, so that visitors do not need to pass through the cloisters.

A unique building, its prestige deriving from the extraordinary series of work of arts inside: a sumptuous decorative pattern, including elaborate figurative-ornamental mosaics and stucco works, as well as a series of fresco works made in solemn and very refined style, make this temple one of the most delightful and glorious heritage from the 8th century.

The Oratory of Santa Maria in Valle is the most celebrated and best preserved monument of the late Longobard period.

Erected, maybe over preexisting buildings, in the Longobard Gastalda, directly behind the apse of the church of San Giovanni, it was established during the third quarter of the the 8th century as a palatine chapel of the royal Cividale court and then became a nuns oratory.

Its architecture is highly refined and characteristic: the rectangular hall, the pronounced elevation and barrel vault ceiling, rhythmic sequence of arched niches; to the East opening up to a lower presbytery, finishing straight, divided by three vaults that rest on roman marble architraves, supported by columns and pilasters. A marble surround, recovered from an earlier byzantine period, divides the the hall from the presbytery. On the walls of the oratory are preserved the remains of decorative furnishings of great value.


The stuccoes that adorn the high parts of the walls of the hall and the arches of the niches are unique in the Western world. From these there is preserved, on the inside wall, a life-size relief of the Saints and Martyrs and an arch with a grapevine shoot positioned to crown the entrance.

The frescoes, painted on he walls and the hall lunette, of the saints, of the Virgin Mary with Baby Jesus among the Archangels are excellent quality and elegance.

Originally marble sheets covered the lower parts of the walls over which were painted, on the Eastern side of the building, between the level of the stucco, an dedicatory inscription in verse which testifies to the high quality of the commission. The presbytery was also adorned with refined mosaics, with gold tessera, in the higher part of the back wall and maybe in all the vaults. The marble floor, with hexagonal and triangular geometrically pattered tiles, complete the rich ornamental furnishings of the jewel of late Longobard art.
The architecture and the decorations of the Cividale temple lead to the highest examples of artistic culture in the Mediterranean world, with explicit links to the experience of the late-christian and byzantine traditions.
They are works of art endowed with a highly refined language that gave expression to the will of the highest levels of the Longobard reign to create a new Ars Aulica or courtiers art.
In 1893 the Oratory was donated to the Cividale council which opened it to the public.


Further information
Tel: + 39 0432 700867
E-mail: info@tempiettolongobardo.it
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Cividale Longobarda: Patrimonio Unesco

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Cividale del Friuli (UD)
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Description
Dal 25 giugno 2011 il sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)” è iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
Per l’Italia si tratta del 46° sito iscritto nella celebre Lista.

La decisione è stata presa durante la 35a sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale riunita a Parigi dal 19 al 29 giugno 2011

Il sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)” è frutto di una candidatura di rete che ha avuto in Cividale la propria capofila.

Il 25 giugno la notizia è arrivata da Parigi alle 22.14 ed ha subito fatto il giro del Friuli Venezia Giulia.
Nella capitale francese il Sindaco di Cividale del Friuli Stefano Balloch e il suo predecessore Attilio Vuga avevano atteso per ore con ansia il verdetto del comitato del Patrimonio Mondiale.
Poi finalmente l'esultazione alla conferma che il sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)" è nella lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO
e con esso le più significative testimonianze della Cividale longobarda: la Gastaldaga con il Tempietto Longobardo e i resti del Complesso Episcopale (il complesso cultuale e il palazzo patriarcale), rinnovato da Callisto, i cui resti sono esposti e conservati presso il Museo Cristiano e Tesoro del Duomo e il Museo Archeologico Nazionale.

La candidatura “I Longobardi in Italia: i luoghi del potere (568-774 d. C.)”, progetto sfociato dalla prima candidatura del 2008, riguarda, oltre a Cividale, una rete che comprende altri sei siti distribuiti sull’intero territorio della penisola:
- il Monastero di Santa Giulia con la chiesa di San Salvatore a Brescia;
- la chiesa di Santa Maria foris portas con il castrum e la torre di Torba a Castelseprio e Gornate Olona (Va);
- il Tempietto di Campello sul Clitunno (PG);
- la basilica di San Salvatore a Spoleto (PG);
- la chiesa di Santa Sofia a Benevento;
- il santuario micaelico di San Michele sul Gargano.

Questi siti sono stati scelti poiché sono quelli dove, unitamente a Cividale, meglio si sono conservate le testimonianze monumentali dei Longobardi.
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Cividale Longobarda: Storia della candidatura

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Cividale del Friuli (UD)
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Una candidatura innovativa

Nel 1996 Cividale del Friuli propose al Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC) la candidatura al Patrimonio dell’Umanità del “Tempietto Longobardo”. La richiesta rimase in stand-by.
Nel 2003 l’Amministrazione Comunale di Cividale rivalutò il progetto di candidatura.
Dopo altri due anni, i primi contatti avviati tra le città “Iongobarde” di Cividale e di Brescia suggerirono la iniziale prospettiva di dar vita a un inedito sistema turistico integrato a “rete” (“Corridoio geoculturale”) per unire i luoghi di matrice longobarda dalla Scandinavia al Mar Jonio e creare, in chiave culturale e turistico-economica, una “Regione virtuale europea”.
Dopo ulteriori approfondimenti di concerto con le Soprintendenze regionali e con il supporto di un apposito Comitato inter-istituzionale l’Amministrazione Comunale di Cividale, quale capofila nazionale, presentò al MiBAC la proposta di candidatura riguardante i siti più significativi della Langobardia Maior (Cividale, Brescia e Castelseprio- Gornate Olona). La proposta fu accolta e inserita nella rinnovata “Tentative List” assieme a una quarantina di altri siti aspiranti. A metà del 2006 lo stesso Ministero prese la decisione di dare priorità alla candidatura “seriale” longobarda: una risposta innovativa all’UNESCO che proprio allora stava elaborando le nuove regole di ammissione per i beni “seriali”.
Negli ultimi mesi del 2007, su istanza del MiBAC, la “serie” venne infine ampliata a 4 luoghi dell’Italia centro-meridionale (Spoleto, Campello sul Clitunno, Benevento, Monte Sant’Angelo): un intenso lavoro concluso nel gennaio 2008 con il deposito della candidatura ufficiale all’UNESCO di Parigi.
Si trattò – e tuttora si tratta – della candidatura più complessa e innovativa mai presentata nella storia dell’UNESCO, articolata in due documenti-base: Dossier Scientifico e Piano di Gestione. Quest’ultimo ha la natura di strumento di programmazione strategica, reso obbligatorio dall’UNESCO e recepito nella normativa italiana nel 2006 con la Legge n. 77. Il PdG comprende 5 sotto-Piani: Conoscenza; Protezione e Conservazione; Valorizzazione; Sensibilizzazione e Promozione; Sviluppo Socio-Economico: quest’ultimo è il vero aspetto innovativo, concepito in ottica di sistema per promuovere lo sviluppo socio-economico dei singoli Territori, rilanciandone le migliori qualità. E per dare avvio alla costruzione di un Grande Itinerario Europeo (il “Corridoio geoculturale”): una ulteriore e stimolante prospettiva di sviluppo culturale e turistico-economico.

La candidatura del 2010

Su proposta esclusiva dei Governi nazionali aderenti, ogni anno l’UNESCO accetta, per ciascun Paese, una sola candidatura di carattere artistico-monumentale e una naturalistica per le quali si propone l’iscrizione nella World Heritage List (WHL). Un elenco di massimo prestigio che oggi è ormai prossimo all’obiettivo massimo che l’UNESCO sta identificando in “quota1000”: soltanto mille siti riconosciuti in tutto il mondo quali Patrimonio dell’Umanità.
Nel gennaio 2008 l’Italia presentò la candidatura “Italia Langobardorum - Centri di potere e di culto / 568-774 d.C.”. Una candidatura tecnicamente definita “seriale” (o “a rete”). Nella proposta, infatti, erano (e sono) associati a Cividale, capofila nazionale, altri luoghi ove si conservano beni artistico-monumentali “unici e eccezionali” della civiltà longobarda: Brescia, Castelseprio e Gornate Olona (Varese), Spoleto, Campello sul Clitunno (Perugia), Benevento, Monte Sant’Angelo (Foggia).
Nel corso del 2009 la candidatura è stata esaminata dall’ICOMOS, ente ispettivo incaricato dall’UNESCO, che – apprezzando la scelta di porre in luce le eccellenze della civiltà longobarda – ha formulato suggerimenti migliorativi della documentazione scientifica e della perimetrazione di alcune aree tutelabili (Brescia, Spoleto, Campello e Benevento).
L’invito è stato accolto dai proponenti e arricchito con approfondimenti del Dossier scientifico, in particolare per quanto riguarda la storiografia europea e la miglior definizione dei criteri di selezione della “serie” di beni candidati.
È utile ricordare che nessuna osservazione è stata formulata sulla struttura della candidatura relativa a Cividale del Friuli che, quindi, risulta perfetta secondo i parametri dell’UNESCO.
Lo scorso gennaio il Governo italiano, confermando il livello assoluto della candidatura, l’ha riproposta all’Ufficio del Patrimonio Mondiale di Parigi con il nuovo titolo: “I Longobardi in Italia. Centri del potere (568-774 d.C.)”, mantenendo come “logo” la intestazione “Italia Langobardorum”.
Documentazione ufficiale depositata a mani dell’allora Sindaco di Cividale, Attilio Vuga, quale primo proponente. Accanto al Dossier è stato sottoposto all’UNESCO l’aggiornamento del Piano di Gestione (PdG).
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